Coro
Timorosi di credere ai nostri visi
noi stiamo stanchi sulla spiaggia deserta,
muta e immobile, schiacciati dal peso.
Oh, tu, veramente salissi ringiovanita dal profondo,
onda dell'anima, spirante nelle fresche
e fertili arie, strappata al riposo;
sediamoci a tavoli d'oro:
Ah, come potremmo godere di ciò che a noi chiamammo
schiacciati dalla servitù, in furia ansimante.
Guardate, si spiegano le ali della grande Porta,
guardate, si avvicina con dignità imponente!
Aprite il varco! Retrocedete!
Sulle sue labbra: quali parole?
Sulle sue mani: quale carico?
Reca egli orrore? Porta egli felicità?
Sei tu il grande, signore dello spirito,
Guida e veggente, Maestro: allora rimani.
Sei tu colui che sa, lui che risolve, il più libero:
Su, allora compi il tuo ufficio, allora strappa
con un gesto potente il Velo, allora svela
a noi il tuo segreto, qui sia il tuo Tempio.


Il Nunzio
Per voi comincia una nuova vita,
prendetela e sarete resi felici.
Nessuna preghiera ve la avrebbe concessa:
non è stata strappata alla vostra forza.
Come la polvere copre il potere,
il diamante diviene da un nocciolo cieco,
duramente formato rispecchia lo scambio,
luce in luce e stella in stella:
Così si raccoglie dal silenzio
Chiarità, che si scioglie in torrenti.
Fatela vostra imperiosamente,
Ammassatela, plasmatela. Guardate e vediate:
questo è il Simbolo della nuova vita;
in questo Segno vi si rivela
il giovane anno della giovane anima.
Il tempo è arrivato, non avete aspettato invano.
Il tempo è arrivato!_




da DAS ZEICHEN (IL SEGNO, rito e poesia alla cerimonia di inaugurazione della colonia degli artisti di Damstadt), di Georg Fuchs, 1901.

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